sabato

pranzo di ferragosto


basta! sono stanco di scrivere, così copio/incollo direttamente la critica. tanto è la stessa che distribuivano al boldini, prima di entrare in sala. io la Critica la leggo solo prima di addormentarmi, così nel sonno si sedimenta il giudizio (ma più o meno, questa - corrisponde al vero).
Ah dimenticavo: un mezzo capolavoro nichilista, in cui si ride di brutto della miseria che è invecchiare.
tuttavia questo film merita decisamente un pò del Vostro tempo prezioso, vi do la mia fottuta parola d'onore. aiuta a vedere tutto sotto un'altra ottica.



Gianni ha un lavoro: occuparsi dell'anziana madre, una nobildonna decaduta, capricciosa e un tantino opprimente. Madre e figlio vivono soli in un fatiscente appartamento nel centro di Roma e faticano a tirare avanti, ricoperti di debiti come sono. Nel bel mezzo dell'afa estiva Alfonso, l'amministratore, si presenta alla loro porta per riscuotere quanto gli è dovuto, ma propone a Gianni l'estinzione di tutte le spese condominiali in cambio di un favore: ospitare la madre per la notte e il successivo pranzo di ferragosto in modo che lui possa partire per le terme. L'accordo non prevede però l'arrivo di una seconda signora, la zia di Alfonso, una simpatica anziana con qualche problema di memoria, ma l'amministratore lo convince a tenerla offrendogli del denaro. Gianni è costretto, suo malgrado, a dare asilo anche a una terza "mamma abbandonata" quando l'amico dottore, giunto per fargli una visita di controllo in seguito a un malore, gli chiede di potergliela affidare per non lasciarla sola durante il turno di notte.
Lo sceneggiatore e aiuto regista Gianni Di Gregorio affronta la sua prima volta da solista pescando a piene mani dalla propria esperienza di figlio e regalando una svolta a un fatto realmente accaduto. Incuriosito da quello che sarebbe potuto accadere se avesse davvero accettato di tenere la madre dell'amministratore per le ferie di ferragosto, confeziona una piccola e tenera storia dai tratti scanzonati in cui l'improvvisato ospizio diventa il teatro di una serie di gag offrendo allo stesso tempo diversi spunti di riflessione. La scelta di sviluppare la trama nel giorno notoriamente più rallentato dell'anno e in una Trastevere arsa e deserta, appare la più idonea alla narrazione in quanto si contrappone ai ritmi frenetici della vita odierna e va incontro ai tempi delle anziane protagoniste che a loro modo s'investono del ritmo del film riempiendo la scena con la loro esuberanza. Deciso a catturare la parte più verace di ognuno, Di Gregorio si incarica del ruolo del figlio di mezz'età, celibe e con il vizio del bere, che tiene d'occhio la madre come se fosse una bimba e ne sopporta i capricci abbozzando alla precarietà in cui si trova per comodità. Le signore che lo circondando in attesa del pranzo di ferragosto sono tutte attrici non professioniste e la loro naturalezza permette al film di avvolgersi in un'aura genuina e neorealista.
In pochi avrebbero avuto il coraggio di portare sullo schermo una storia di "vecchiette", considerato che la terza età viene di rado frequentata dal cinema perché poco commerciabile, ma il regista romano rivela una particolare abilità nel tratteggiare un racconto che mette in luce i desideri, i vizi e le virtù delle mature signore. Priva di qualsiasi tipo di orpello, che sia dialogico o registico, l'opera prima di Di Gregorio, prodotta da Matteo Garrone, fa riflettere sulla condizione dell'anziano, troppo spesso relegato in ospizi dai propri figli, troppo spesso trascurato dalla società. Pranzo di ferragosto è da considerarsi perciò un piccola perla da custodire con cura.

Vista la mia irrecuperabile demenza senile, ho comprato per corrispondenza pure questa perla nel panorama italiano: pirata.
troppi ricordi, non ce la faccio. (chiedo venia all'admiraglio).
A mio avviso l'unica e vera rock band italiana prima che pure piero peluaa si tramutasse in salentino salvamondo.
Vi prego: litfiba tornate assieme. fino a spirito, io ci sono.

3 Commenti:

Blogger Il toro ha detto...

Visto ieri sera, merita davvero.
La giusta ironia, la giusta malinconia, il giusto sapore realista che però non appesantisce il film ma lo nobilita.
Ottmi gli attori, in grande maggioranza non professionisti.
Da vedere, anche perchè dura un'ora ed un quarto, un tempo che si può dedicare ad un gioiellino.

03:28

 
Blogger MakkA ha detto...

deve esser stata ottima pure la grigliata rappresentata nel film (a base di totani pescati nel tevere) gentilmente forniti da una improbabile comunità rom in cambio di una bozza di vino.
ma a 80 anni forse non ci si fa neanche più caso. l'importante è trascorrere ancora qualche momento di felicità tra amici.

06:40

 
Blogger Il toro ha detto...

Però quella pasta al forno filante il cazzo che l'han tirata fuori dal tevere.
Comunque sempre massimo rispetto per chi beve, anche se solo sulla scena.

08:30

 

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