martedì

doppietta nichilista

tanto oggi non ho un cazzo da fare. Vale quindi la pena impiegare il proprio tempo e le proprie risorse, innalzandosi spiritualmente.
Ogni film mancato al Boldini, è un tassello perso nel proprio cammino spirituale, come ad inseguire quello che non c'è (che poi, male che vada, si finisce a sanremo).
Ma grazie alla tecnologia, persino la pirateria diventa un processo fondamentale per acculturarsi e fottere il Potente.
In un Sistema portato al collasso, in cui le 2 principali emittenti trasmettono all'uninsono 2 reality in prima serata, in cui gli spot spot ti ringraziano che tanto il digitale terrestre te lo vendono senza applicarci nessuna tassa (grazie al cazzo) e in cui uno non è libero nemmeno di staccare la spina del decoder quando non funziona più (addio Eluana), tanto vale combattere chi non ti rappresenta, in streaming.
Per cui, in giornate come questa, in cui la mia indole algerina prende il sopravvento, mi faccio raccontare queste 2 storie (che andrebbero trasmesse in tutte le case, invece che diffuse illegalmente):

1) In un bar, il regista Folman ascolta il racconto di un amico, che gli riferisce di un sogno ricorrente: ventisei cani lo inseguono nella notte, onirici testimoni di quei ventisei cani che l'amico stesso uccise durante varie missioni notturne, compiute nei campi profughi palestinesi durante la guerra del Libano. Folman si rende conto, con stupore, che lui non conserva nessun ricordo di quella guerra, pur avendovi partecipato direttamente come soldato.
Inizia allora a incontrare e intervistare amici, commilitoni e un reporter televisivo: il racconto di ognuno di essi diventa un flashback, che presenta un frammento sempre nuovo del conflitto. Questo susseguirsi di testimonianze fa emergere dalla memoria di Folman i suoi ricordi, che diventano sempre più definiti, fino ad arrivare ai giorni cruciali della strage di Sabra e Shatila, a cui assistette passivamente.

2)"Con il patrocinio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite Per i Rifugiati Ufficio Italia"
L'OSPITE INATTESO - the visitor un film di Tom McCarthy

Walter è un professore universitario vedovo e solitario che vive nel Connecticut, ha perso la passione per l’insegnamento, cerca di riempire la monotonia e il vuoto esistenziale prendendo stancamente lezioni di pianoforte. A New York per partecipare a una conferenza sui Paesi del Terzo Mondo, trova il suo vecchio appartamento occupato a sorpresa da due estranei: il giovane siriano Tarek e la sua compagna senegalese Zainab. C’è di mezzo una truffa immobiliare. Superata l’iniziale diffidenza, non avendo i due intrusi un posto dove andare, Walter propone loro di restare lì per qualche giorno. Tarek è colpito dalla gentilezza del professore, a sua volta interessato allo strumento suonato con talento dal siriano: il Djembè, un tipo di tamburo tradizionale. Tra i due si crea un’ inaspettata complicità, al punto che Walter, affascinato dai locali jazz e dal mondo delle percussioni, inizia a prendere lezioni di tamburo da Tarek. A poco a poco Walter sembra ritrovare interesse per la vita e la voglia di rimettersi in gioco. Ma un giorno l’amico viene arrestato nella metropolitana e condotto in un centro di detenzione per immigrati clandestini. Rischia di essere espulso. Walter è il suo unico amico. E dal Michigan, a sorpresa, arriva Mouna, la madre di Tarek...

ah poi nel film andavano a vedere il fantasma dell'opera...pronti!

1 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

Certo che è davvero nichilistissimerrimo il tuo commento dell'Ospite inatteso se confrontato col mio..siamo proprio come il giorno e la notte io e te..dal mio blog sgorgano sangue e lacrimeaaaaa (cantato alla Olmo)
Dovremmo fare una via di mezzo..no no, tu nihil io cor,cordis

12:54

 

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