domenica

una storia vera.


Era il 1985 quando Vasco Rossi cantava “ogni volta che viene giorno” e un giornalista di ventisei anni moriva assassinato per “ogni volta che era stato coerente".
La sera del 23 settembre, sotto casa sua, viene ucciso il giovane giornalista Giancarlo Siani, reo di aver messo a fuoco i conflitti interni alla camorra e le collusioni di questa coi politici di Torre Annunziata. Nel 2001 già il giovane regista Maurizio Fiume, utilizzando come set anche  la redazione di Metropolis, aveva dedicato un film a Giancarlo, “E io ti seguo”. Film che vidi al Boldini e di cui ho già parlato a suo tempo, forse nella sezione del blobgs che ho opportunamente dato alle fiamme, qualche tempo fa.
Eccellente prova d’attore per Libero de Rienzo, attore da top ten nichilista, che si immedesima anche fisicamente in Giancarlo Siani, intrecciando vibrante umanità e giovanile ingenuità.
Siani ha 26 anni, è appassionato del mestiere di giornalista e, con l’entusiasmo della giovinezza e la forza dell’indignazione, denuncia sul quotidiano Il Mattino gli scempi della camorra e dei suoi protettori politici. La Campania beneficia di un fiume di denaro pubblico stanziato dopo il terremoto dei primi anni Ottanta, e questo scatena gli appetiti della criminalità organizzata. Collaborando con la parte sana delle istituzioni (inquirenti, docenti universitari come Amato Lamberti), il praticante cronista pesta i piedi a molta gente: nella guerra per bande in atto a Torre Annunziata, non può durare a lungo…
L'altra sera su coming soon ho visto uno speciale in cui lo stesso Libero parlava del ritrovamento e dell'utilizzo della stessa Citroën Mehari, automobile a bordo della quale Siani fu ucciso e che all’epoca del delitto venne sequestrata come da protocollo dall’autorità giudiziaria per poi finire, dopo una trafila rocambolesca, in una comunità di recupero per tossicodipendenti, per le riprese del film.

Io che di certo posso definirmi uno scrittore scomodo, consapevole che certa gentaglia è meglio neanche tirarla in ballo evito di coinvolgere quella classe politica allo sbaraglio che mira soltanto alla propria autoconservazione e mascherati da Paladini della Democrazia (di quella purtroppo tanto cara al Premier), finge di dimostrarsi aperta al dialogo, tollerante e al servizio dei ggiovani.
Che se c'è un problema semplifica e se tenti di fargli capire che la Realtà è composta da molteplici sfaccettature, ti fucila.

A tal proposito ho appena firmato l'appello on line per la libertà di stampa, così per non saper nè leggere nè scrivere.

Prima che in Italia ti ritirino la patente pure se scrivi pensierini in totale autonomia (di fare o non fare quello che ti dicono).

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